Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

nacque e si formò nei primi due decenni dell'unità e libertà d'Italia, deve dire apertamente a tutti e contro tutti, che egli sa di aver vissuto la maggiore e miglior parte dei suoi anni in una condizione spirituale grandemente elevata77 • Queste parole sono del '42 e, non a caso; appartengono a uno scritto autobiografico che talvolta si colora di toni drammatici, il Soliloquio di un vecchio filosofo. Croce torna, dunque, al suo XIX secolo e non può fare a meno di evitare accenti nostalgici: l'età a cui si volge ora il mio ricordo e la mia memoria, godeva il non turbato sentimento di una sicura, piena e feconda espansione di forze, di una doppia convivenza politica di uomini con uomini, tutti pari nei loro diritti, senza sudditi né despoti, tutti in grado di manifestare e diffondere il proprio pensiero e proporre quanto a loro sembrava utile[...]. In quell'età lo svolgimento dello spirito umano era pervenuto in Italia e in Europa alla forma più consapevole e riflessa e unitaria e armonica che avesse conseguito il principio stesso che muove la storia e le dà il momento positivo e sintetico, la libertà; la quale, innalzata a ideale, splendeva regola e guida e supremo criterio e ultima istanza d'ogni operare78 • Ma lo sguardo dello storico non può essere pietrificato dall'immagine del passato: deve volgersi al presente e anche al futuro. E qui lo soccorre una filosofica (e etica) consapevolezza: le sorti del mondo non sono «irremissibilmente compromesse o rovinate o irrimediabilmente disperate» 7 9 e «le ideologie politiche e le bandiere sventolate contro le bandiere, se hanno anch'esse il loro ufficio e la loro necessità[...], lasciano, dunque, vuoto il cuore dell'uomo nella sua semplice ed essenziale qualità di uomo, che solo nel congiungimento con l'universale trova a pieno se stesso»80 . 121

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