Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

Gli «uomini d'affari dello Spirito» talvolta sono uomini di malaffare, del tutto privi di senso morale. Allo storico non si addice pertanto l'esaltazione delle loro gesta così come non si addice neppure !'«adorazione» dello Stato e della sua potenza: Anche l'adorazione dello Stato o della «potenza» («Macht»), che, iniziatasi in Germania, si è introdotta presso altri popoli, si riduce in ultima analisi, a un basso effetto, non da cittadini ma da servitori in livrea e da cortigiani, per la forza in quanto mera forza, invano adornata di emblemi sacri e morali61 • E ancora, nella stessa pagina: Stolto è, in effetto, esaltare lo Stato che è necessaria condizione di stabilità per lo svolgimento della più alta opera spirituale, a fine supremo di questa: proprio come se si dicesse che fine del pensiero e dell'arte e della morale è di assicurare all'organismo umano una buona digestione. Nelle Pagine sulla guerra Croce si limitava a constatare l'amoralità della politica. Adesso non gli basta più questa constatazione. L'esperienza grave del fascismo e la negazione di ogni libertà indicano l'urgenza di porre la centralità della morale. A partire dalla fine degli anni '30, la riflessione che Croce dedica alla guerra si fa diversa e più complessa da quella espressa tra il '14 e il '18. Se in passato le sue prese di posizione erano state ricorrenti e nutrite dall'intenzione di fornire criteri di orientamento per adempiere al comune dovere nazionale, in questi mutati tempi egli avverte come un malessere e più di un fastidio quando si tratta di discutere sulla guerra. Del resto, questa difficoltà, che ora si mostra più pesante per lui, era già stata espressa ai tempi in cui ammoniva che la guerra si fa e non se ne parla. 116

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