Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

un Uno che è «multimodo, multifonne, multifigurato». A un soggetto di linguaggio un soggetto delle fanne. Come si può parlare del soggetto? Come si può avvicinare il soggetto? Le scuole post-freudiane hanno impiegato al riguardo dei metodi che sono riconducibili, per il soggetto, a delle fonne di seduzione. Per i kleiniani a stanare il soggetto è il fargli vedere, attraverso una modalità «penetrativa» di approccio, come si fanno i bambini. Per i lacaniani è invece l'ascolto che viene eccitato a cogliere nel «discorso dell'Altro» la smentita delle teorie che il bambino si costruisce, con l'aiuto di fabbri e artigiani (ricordiamo l'idraulico del piccolo Hans e il «ma il fabbro almeno esiste?» del bambino di Melanie Klein sgomentato dalla sua negazione dell'esistenza della cicogna) che il bambino si costruisce per gettare quel ponte che, sospeso sull'abisso della generazione e corruzione, permette, al contrario di ciò che sosteneva Lacan, un rapporto con l'altro uomo solo grazie a un rapporto con l'animale e con la natura. La "distrazione" della psicoanalisi di ogni tendenza riguardo alla fobia (o la sua sottolineatura ma solo in funzione di induzione perversa non di riconoscimento teorico), ha detenninato l'illusione che si possa dire che cos'è il soggetto a prescindere da tutta la rete, dal complesso disegno in cui il soggetto si costituisce e può essere reperito. Ma se l'inconscio è nell'apparato psichico, e l'apparato psichico è esteso, allora, come insegna Giordano Bruno, uno psicoanalista deve imparare a essere «delineatore del campo della natura» e in questo campo pennettere il ritrovamento di quel luogo d'origine del soggetto che Virginia Pinzi Ghisi ha chiamato il luogo della fobia. Che la fobia è un luogo è la novità che abbiamo apportato (non un sintomo quindi, una stravaganza nella corretta acquisizione di una identità sessuale): prima rappresentazione esterna dell'apparato psichico, il luogo della fobia si colloca 9

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