Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

combattenti in cui intervengono degli animali (vedi Yonnet, 1985, 227-8). I COMMESTIBILI Le regolamentazioni citate sono collegate all'ideologia della «perdita della distanza» e dell'eccesso della zoofilia, e col pretesto dell'umanitarismo, contribuiscono all'impoverimento generalizzato dei nostri rapporti con l'animale. Confondere l'uccisione rituale con la crudeltà rivela una deplorevole confusione. Per Lévi-Strauss (1962, 4), «ogni sacrificio implica una solidarietà naturale fra l'officiante, il dio e la cosa sacrificata, sia essa un animale, una pianta o un oggetto trattato come se fosse un essere vivente». Sacrificio e comunicazione Presso gli Ifugao, risocultori filippini, nelle cerimonie che segnano il ciclo agricolo e l'esistenza degli individui, si sacrifica un numero variabile (secondo la cerimonia) ma fissato dalla consuetudine, di polli (molto frequentemente), di maiali (meno frequentemente) e di carabaos (bufali d'acqua, la cui uccisione rituale si effettua solo nelle cerimonie di apertura). Questi rituali, che sono l'occasione per riunire insieme da dieci a più di centocinquanta persone, associano i vicini e i parenti presenti agli antenati degli ospiti e agli dei ai quali è dedicata la cerimonia. Essa comincia generalmente nella o sotto la casa (su palafitte) dell'ospite, con l'invocazione degli antenati a degli dèi. Nei due casi di sacrificio di un maiale a cui ho assistito, l'animale era coricato su un fianco, le zampe legate con una corda, davanti alla casa in cui officiavano i sacerdoti. Pur tenuto sempre sotto attenta osservazione, 79

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