Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

«In questo senso si può affermare che lo sciamanismo im� pregna letteralmente tutte le attività, cioè ogni momento dell'esistenza di questi Indiani. [...] Gli opawakanuk, essenzialmente spiriti animali, sono i vettori dello sciamano per l'esecuzione dei suoi compiti straordinari al di là dello spazio e del tempo». Il fascino che noi proviamo di fronte a questo tipo di associazione trova una continuazione in certe opere che oscillano fra la realtà e la finzione, come L'erba del diavolo e il piccolo fumo di Carlos Castaneda o il film di John Boorman intitolato La foresta di smeraldo. Si è così completato un primo ciclo, a partire dal senso della distanza dall'animale, dalla necessità della classificazione, e dalle possibilità d'accesso al simbolico collegate a queste classificazioni. In effetti quando l'uomo entra in un rapporto rituale con gli animali distinti in queste classificazioni, gli è possibile giocare con le differenze e le somiglianze per distinguersi e avvicinarsi ai suoi simili, mentre si distingue e si avvicina alle altre entità da lui nominate. Lo sviluppo attuale del totemismo presso gli scouts dà in sintesi il ciclo nel suo insieme. Secondo Bettosini, de Pietro e Theurillat, si tratta di un rito fondato sull'instaurazione di una distanza su base rituale, e sull'attribuzione di un nome d'animale, che provoca un'integrazione nel gruppo e una differenziazione interna (in funzione delle particolarità fisiche e morali dell'iniziato). Questa attribuzione permetteva, in certi casi e con certe riserve, una comunicazione particolare con l'animale scelto. La sua recente soppressione porta a una deritualizzazione abbastanza generalizzata dei nostri rapporti sociali, in cui i nostri rapporti con l'animale formano un sottogruppo non trascurabile: rigida regolamentazione della morte animale (proibizione della macellazione rituale e domestica, il che pone problemi ai mussulmani e agli ebrei) e soppressione totale o parziale .dei 78

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