Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

Per la Francia, Schifres parla di circa 22 milioni di animali domestici (oggi trenta milioni d'amici) e accenna a sartorie specializzate, al «dogsitting», ad agenzie matrimoniali, alla psicoterapia animale... E si potrebbe continuare indefinitamente, tanti sono gli esempi: invenzione di sempre nuovi gadgets per i cani (soprattutto) e per i gatti (allo stato potenziale), cimiteri, taxi e ambulanze per animali, galatei per animali, esposizioni... Non occorre essere allergici agli animali domestici per accorgersi della confusione. Così Christian David (1985, 99), in un omaggio postumo a un «amico muto», parla di «un lento ma già antico processo di umanizzazione», di «identificazione», di «induzione» per cui ogni proprietario diventerebbe, chi più chi meno, la madre del proprio cane. E così conclude la sua evocazione: «Tu non puoi più sentirmi; quindi non ti chiamo. Ma fino alla fine tu continuerai, cara ombra quadrupede, a partecipare, grazie al ricordo che mi hai lasciato, grazie a queste stesse righe, al mondo degli uomini, alla vita» (1985, 103). Quanto alle seguenti parole, pronunciate da un'ardente protettrice dei gatti abbandonati (protezione che implica cattura, castrazione, sterilizzazione e vaccinazione, vedi «Trente jours», marzo 1987), esse non hanno bisogno di commenti: «Se fossimo stati in India e davanti alla nostra porta avessimo trovato dei bambini affamati, non avremmo fatto altrettanto per loro...» («Cooperation», 23 ottobre 1986). La medesima persona arriva al punto di proporre un versamento di 40 franchi svizzeri al mese per diventare padrino o madrina di uno di questi gatti, «per coprire una parte delle spese per nutrirli e curarli». Contrappunti In contrasto con i modi di agire finora esaminati, gli esempi seguenti rivelano altre logiche, altri rapporti. 69

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==