Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

l'angoscia di non riconoscersi più ed esigono dai loro ospiti a quattro zampe la fedeltà arcaica dei più piccoli e la cristallizzazione indefinita di questo rapporto.[...] In breve, il rapporto educativo verso l'animale presenta un'immagine esattamente rovesciata, come in uno specchio, del rapporto educativo verso il bambino: limitato a una serie di semplici apprendimenti, fissati una buona volta per tutte, senza influenze d'età, scuola o media, [...], senza complicazioni possibili dovute alla sessualità - completamente dominabile - o alla crescita sociale e psicologica». Umanizzazione Per concludere, non possiamo non constatare, tutt'intorno a noi, una progressiva sparizione del confine fra l'uomo e certe specie animali, di cui cani e gatti costituiscono l'avanguardia. Il loro numero sempre crescente e il favore da cui sono da lungo tempo circondati non impediscono che il fenomeno si estenda a specie molto diverse: ecco quindi la commercializzazione di cavalli d'appartamento detti «Gurrumini», l'adozione di bestieferoci, di serpenti odi tartarughe e, favola o realtà che sia, l'apparizione di alligatori nelle fogne e di sciacalli nelle cantine di New York. Negli Stati Uniti si indicano con il termine «petichism» (dapet = animale domestico) i comportamenti relativi al-_ l'umanizzazione d'un animale domestico. Alain Schifres (1983) esemplifica con i seguenti casi: tartarughe vezzeggiate (vestite, lavate, messe a letto) come dei bebè, cani che pranzano a lume di candela, messi a pensione o curati di cancro in un ospedale, padroni che festeggiano il compleanno delle loro bestie o pongono i loro stivaletti davanti al camino, maestri che insegnano lo yoga ai gatti, pappagalli mascherati, scoiattoli che praticano lo sci d'acqua e il deltaplano. 68

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==