partire da una comunanza pulsionale e affettiva arcaica, si stringe, al di là dei limiti della specie, un rapporto d'amore fra bestie e persone, asimmetrico, ma senza dubbio reciproco. Esso è talmente forte ed esclusivo a volte che agli occhi di coloro che sono estranei a questa esperienza appare irragionevole se non scandaloso. Anche chi è più indulgente ne sorriderà come di una illusione infantile». Questa citazione rivela l'ambivalenza dell'affetto di un adulto per un animale domestico. Quando tale affetto è eccessivo, cosa che succede spesso, darà adito ai giudizi più duri e beffardi. Katcher (1984, 59-60) si chiede perché l'affetto provato per gli animali di compagnia assume una «connotazione sistematicamente volgare o puerile», e avanza l'ipotesi che le smancerie di certi adulti «sono comiche nella misura in cui lo stato dell'animale come membro della famiglia può sempre essere rimesso in discussione». In effetti un cane troppo aggressivo può per esempio essere eliminato con una iniezione da un veterinario, il che dimostra chiaramente che il suo stato oscilla fra quello di un oggetto (che può essere difettoso) e quello di un umano2 • · Un argomento a cui si ricorre frequentemente nel campo dell'affettività riguarda il bene che gli animali farebbero alle persone anziane, e anche ai carcerati, ai malati e agli invalidi3. La tesi è buona e parecchi studi tendono a provàre che l'animale può effettivamente avere un'influenza positiva sulla salute fisica e mentale di certi umani. Ma non è per caso che gli esempi scelti riguardano quasi sempre persone sole, emarginate o declassate, per le quali la comunicazione con i propri «simili» si rivela spesso problematica. L'argomento non tenderebbe allora anzitutto a rassicurare chi ne parla, e per ciò stesso a scaricare simbolicamente la coscienza della solitudine e della infelicità di quelle persone? · Bisogna tuttavia ritenere fondamentale l'aspetto affettivo, precisando che esso ripropone la difficoltà e l'incer64
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