Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

valanga di lettere anonime, fra cui delle minacce di morte, sarebbe stato abbandonato dai suoi collaboratori e sarebbe sul punto di rovinarsi finanziariamente; ciononostante non «demorderebbe» («Le Matin», 21 marzo 1987). Il dibattito televisivo, molto civile e piuttosto sfumato, è consistito soprattutto in un giro d'orizzonte sui principali problemi legati all'aumento del numero dei cani svizzeri (deiezione, rischi di malattie e di incidenti) e a qualche proposta d'intervento e di sistemazione. In contrasto col tono felpato degli intervenuti, una grande quantità di telespettatori manifestava una violenta opposizione a qualunque proposta, incriminando soprattutto i bambini (che sporcherebbero le aree tenute a sabbia), gli adolescenti («giovani imbecilli» che farebbero rumore coi loro motorini), gli alcolizzati o i drogati (che darebbero alla comunità ben più problemi degli animali di compagnia) e alcuni adulti presenti al dibattito (che avrebbero manifestato un «vergognoso razzismo» verso la razza canina). D'altronde vi furono ben 2850 chiamate in un'ora di trasmissione, il che si avvicina al record assoluto dei due ultimi anni, malgrado il tasso d'ascolto non fosse alto. Affettività Evidentemente gli organizzatori del dibattito avevano toccato una corda estremamente tesa e sensibile, che rivelava l'impossibilità di prendere le distanze, tanto aveva il sopravvento l'aspetto affettivo di quelle prese di posizione. Ecco un primo dato importante che è necessario esaminare nel quadro di una riflessione sui rapporti fra uomo e animale in una società moderna. Christian David (1985, 97-8) sostiene che «tutti coloro che hanno avuto una lunga familiarità con un animale sanno che sono possibili con esso degli scambi amorosi. A 63

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