Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

commercializzazione di pelli, pellicce e gingilli d'avorio attesta il continuo massacro di animali selvaggi. Il crescente consumo di medicinali comporta la «necessità» della sperimentazione. Lo smodato amore per il mondo animale si manifesta nell'eliminazione, incarcerazione e «snaturazione» di animali di tutte le specie, tanto che l'unica fauna accessibile sarà ben presto quella in riserva o in conserva. Questa logica dei grandi numeri, delle sintesi e delle assimilazioni è certamente ingiusta se usata sul piano individuale, quando si pensa in termini affettivi: il rapporto che si instaura fra un individuo e un animale non è mai riducibile a una teoria razionale-critica; dobbiamo infatti considerare la complicità, la sensibilità,· il non detto e il non cosciente che tale rapporto implica. Perciò quanto è stato detto precedentemente e verrà detto in seguito, va preso come una problematica che mira a fare il punto su un certo stato dei rapporti che noi instauriamo collettivamente con l'animale, in questa fine del XX secolo, e non come polemica verso i proprietari individuali di animaìi domestici. GLI INTIMI Il 18 gennaio 1987, il telegiornale domenicale della Svizzera francese Table ouverte, con il titolo «Città vietata ai cani», proponeva un tema di dibattito apparentemente anodino, a cui recentemente Reiser ha dedicato delle bellissime pagine e J. Chirac una fetta consistente del bilancio per la città di Parigi: il disturbo causato dai cani. L'argomento è oggi d'attualità in Svizzera, in seguito alla raccolta di firme per un'iniziativa popolare per «l'eliminazione degli escrementi dei cani dal suolo pubblico». L'impresa del resto non è di tutto riposo: secondo le ultime notizie, il promotore dell'iniziativa avrebbe ricevuto una 62

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