Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

mira. La mira precede il pensiero. E allora mi sembra di poter dire, a introdurre psicoanaliticamente questo numero 66 del «Piccolo Hans» sul soggetto-animale, che l'Jnc è l'erede dei cacciatori dell'antichità. D'altra parte non c'è solo l'Jnc. L'anima fila e tesse, come diceva GiordanoBruno. E l'Es compie il suo lavoro speciale nei due campi, del disegno e del colore, nel primo col gioco della luce e dell'ombra, della linea e del chiaroscuro, nel secondo con l'arte della gradazione, delle sfumature, e delle forme. In questo modo ci si spiega la tensione contraddittoria del nostro rapportò all'animale, l'animale che ci è estraneo e èi colora dei suoi stessi colori, è muto e ci parla dai lineamenti del comune progenitore che vengono a figurare pittoricamente la superficie dei nostri sogni più veri ed enigmatici con le stesse linee e forme del mantello dei cani, dei cavalli o delle piume d'uccello. In questo modo accade ad Atteone da cacciatore di diventare cacciato, s'incervia preda dei propri pensieri. Se l'Jnc è l'erede dei cacciatori, l'Es lo è degli animali morti. Metterli d'accordo è per noi la possibilità di non essere battuti dalla nostra stessa mira. L'Io e il soggetto Soggetto non si identifica con l'Io. Soggetto è un termine intermedio tra l'Io e le cose. Per gli antichi designava la materia. Con Descartes il soggetto viene attratto nell'Io. L'individuo si vede così potenzialmente dotato dei poteri del sovrano sulla natura e sull'uomo. È, potenzialmente, un piccolo tiranno. Ha nel mondo, come dirà Marx nella Filosofia hegeliana del diritto pubblico, una "cosa" da maneggiare a suo piacimento, 4 suo capriccio anzi. 6

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