56 di vittoria. L'ultima sosta è calcolata a una distanza tale che si possa intendere il grido dal villaggio. Non appena il grido è inteso al villaggio, gli uomini raggiungono l'accesso in cui si fanno sempre accostare le barche che trasportano un orso morto. Questo accesso è considerato sacro. Poi le donne appendono, non lontano dall'altare su cui sarà posta la testa dell'animale, un coccio alle cui estremità si trova una testa d'orso. Tre o quattro donne, munite ciascuna di bacchette, si mettono a battere ritmicamente sul coccio appeso. Una di loro batte in modo che il ritmo corrisponda a delle canzoni eseguite in onore dell'orso. Quando i cacciatori giungono con l'orso, tutti gli uomini innalzano un grido potente per accoglierlo e trasportano la sua testa e la sua pelle con grande fasto fino all'altare. Si depongono allora innanzi alla sua testa cibi diversi come dono. A Sakhalin, i Nivkh a loro volta depongono un pacco che, secondo le loro credenze, l'orso porterà con sé nel suo villaggio dopo il soggiorno presso i Nivkh. Il pacco consiste in un trancio di pesce secco, in pezzi di uovo secco, di rizocarpi secchi, di steli di bardana secchi, di tabacco. Nel momento in cui la testa dell'orso è deposta sull'altare, una donna indossa un abito rituale fatto di pelle di pesce. Tiene un ciuffo d'erba in ogni mano. Poi, volgendo il dorso all'animale, si mette a danzare al ritmo di colpi sul coccio. Si tratta di una danza che, secondo la spiegazione di un Nivkh, imita il passo dell'orso quando, dritto in tutta la sua mole, avanza sulle zampe posteriori. I giovani nel frattempo organizzano giochi sportivi. Donare agli invitati carne e grasso di orso è un ulteriore momento importante dell'accoglienza fatta all'orso-ospite, ma non è l'ultimo. L'orso che è venuto a visitare i Nivkh è stato accolto con gioia, con regali, è stato intrattenuto con musica, danze e giochi sportivi, ma dopo aver donato la sua carne e il suo grasso, deve essere accompa-
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