vano gli antichi cacciatori a comportarsi con la sua persona con la maggiore delicatezza. Ciò spiega perché nessuna offesa è ammessa dai Nivkh nel corso dello smembramento. L'orso è smembrato con grande cura, seguendo le articolazioni, e non un osso deve venir scheggiato o rotto. Dal momento che, secondo i Nivkh, l'orso comprende il linguaggio umano, certe parole utilizzate nella vita quotidiana sono sottomesse a tabù dal momento che le si deve utilizzare in sua presenza. Le si sostituisce con altre parole, utilizzando degli eufemismi. Presso i Nivkh di Tyma è vietato parlare del cuore dell'orso dicendo «cuore»; ugualmente, non si dice «gola», ma·«luogo del grugnito», non si dice il «grasso», ma il «bianco». Lo smembramento, dietro al quale si profila un rito di spogliazione dell'orso, lascia la testa del1'animale intatta. Dopo essere stata separata dal corpo, la testa, su cui si dispone la pelle arrotolata e non lavorata, viene portata al villaggio. Qui la si colloca su un altare dove, posta su un architrave con l'enorme pelle tesa sotto di essa, troneggia maestosamente, come se fosse un ospite potente e caro venuto presso i Nivkh per donare la sua carne e il suo grasso. La carne d'orso e il grasso sono poi divise in pezzi «interdetti» e «non interdetti». I primi possono essere mangiati solo dagli uomini, i secondi dalle donne. Tra i pezzi «interdetti» vi sono parti che solo i vecchi possono mangiare, mentre i giovani non ne hanno diritto. L'orso è ucciso e smembrato nella taiga. Le sue parti sono trasportate al villaggio secondo un ordine rigoroso, in modo da rispettare la sua anatomia. Il primo cacciatore porta la testa a cui è sempre attaccata la pelle. Il secondo porta le zampe anteriori, il cuore e altri organi interni, l'ultimo cacciatore porta le zampe posteriori e altri pezzi. Quando trasportano l'orso al villaggio, i cacciatori, obbedendo all'ordine del più vecchio, si arrestano a intervalli regolari e innalzano il loro grido 55
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==