Per la simbiosi uomo-animale, si cita spesso come esempio l'incontro dell'uomo con la renna (o è forse l'inverso?'')'. Zeuner 12 osserva che l'incontro degli uomini con le renne nomadi e con la loro organizzazione sociale non ha cambiato gran che delle abitudini degli uni e delle altre. Le forme più sofisticate di domesticazione, quali l'utilizzazione della renna come cavalcatura e del latte della femmina, sarebbero dovute al contatto con i vicini meridionali che allevavano bovini e cavalli. Certi etologi sostengono che l'uomo sarebbe un «parassita della renna». Parassitismo o simbiosi: Ivar Lissner13 segnala per la Manciuria settentrionale che «nella lingua degli Orotchoni, oro significa "renna" e tchon "uomo"; il paradiso è per l'appunto il luogo in cui l'uomo e la renna vivono in perfetta armonia». Se la questione dei primi contatti dell'uomo con gli animali resta un enigma per gli archeologi e i paleontologi, la questione riguarda la nostra epoca, dal momento che la colonizzazione ha imposto agli indigeni contatti - in modo talvolta drammatico-non solo con soldati o missionad, ma anche, per la prima volta, con animali domestici. In Nuova Caledonia . , come in certe regioni della Melanesia, l'assenza di animali domestici mostra che, in mancanza di mammiferi, la caccia aveva scarsa rilevanza e l'introduzione da parte degli Europei di animali domestici come il maiale e il cane provocò da parte degli indigeni reazioni che ci possono sembrare incomprensibili se si ignora il contesto. Ci sono luoghi, in Melanesia, dove il maiale è sparito dopo la sua introduzione, perché i Melanesiani rifiutavano la coesistenza con consumatori potenti e armati fino ai denti che devastavano i loro giardini. In Nuova Caledonia, l'introduzione del cane ebbe anch'essa conseguenze drammatiche. Kenneth J. Hollyman 14 osserva che nel periodo preeuropeo i Kanaks non possedevano come animali domestici altro che i polli (Gallus gallus L.); così i nuovi animali furono scambiati 51
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