Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

un rapporto, oggi sappiamo solo che non conosciamo l'animale non uomo. È certo che nel periodo arcaico (occidentale e orientale) e poi in quello medioevale-moderno si sono costituite talune simbiosi stereotipe, o verificate o iterate: l'asino o ciuco portatori di pesi, il cane avvisatore con l'abbaio, il bue lavoratore. Sono simbiosi, spesso con visitazioni vicine proprie della storia rurale, studiate come tali, e rappresentate convenzionalmente, accentuando la· diversità degli animali «feroci» ora in via di sparizione. Tuttavia, nella recente inquietudine residuale, dove sussistono ancora tali forme, solo la ricostruzione delle origini può dar conto di una realtà che oggi va messa in questione: mentre i bambini ci guardano, gli animali non ci guardano e anzi ci odiano e ci fuggono come i distruttori stupidi; e per noi non hanno più senso: non gliene diamo più perché abbiamo perso l'animale uomo. Questo saggio dunque pone il problema del rapporto attuale. Eleonora Fiorani 37

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