Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

allevato: cessa di nutrirsi delle ghiande e delle faggiole della foresta. Nel mondo ebraico musulmano esso è colpito da interdetto e la consumazione della sua carne è screditante. Il cane invece non viene consumato. Il nome di entrambi questi animali suona come un insulto. 2.2 IL «MATERNAGGIO». È un allattamento insolito per noi occidentali quello rivolto agli animali. L'immagine di una donna che allatta al seno un orso, un cane o un porco (per dire solo i casi più generali), ci inquieta. Rivela una convivenza e una promiscuità cui non siamo più abituati. Rimette in questione l'alterità radicale che definisce la cultura occidentale perché in essa ha posto il principio della distanza e del superamento irreversibile dell'animalità. Mostra che tale alterità è un prodotto della cultura occidentale, non della cultura e che da essa proviene l'identificazione del femminile col naturale, il primitivo, il selvaggio. Siamo inoltre rimandati a un tabù, quello del seno femminile e della sua esclusività e a una zona di dominio che appartiene solo al femminile. Solo circostanze eccezionali rendono accettabile una rottura dell'esclusività; oppure essa fa parte dell'immaginario e della «devianza» erotica. Per lungo tempo un silenzio sospetto di viaggiatori, di esploratori, anche di etnologi, ha coperto la pratica del1'allattamento degli animali, così le notizie sono rare e disperse. Solo negli studi recenti le questioni cominciano ad essere poste e si comincia ad intravvedere l'importanza storica, economica e sociale di questa pratica. Eppure anche in Occidente c'è una tradizione che non ha mai cessato di parlare e che a tratti emerge inquietante nell'immaginario del mitico Egitto7 : è la Isis medioevale che allatta serpenti e rospi (o Vergine delle costellazioni, Rilievo dell'Ottogono di Montmorillon, Vienna, probabilmente del IX sec.) o la Isis Multimammia, dai mille se30

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