Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

mati e quindi cambiano statuto. Introdotti nella società come spazzini, di cui l'uomo si nutre, vivono ai margini e hanno un basso statuto sociale. Così è avvenuto in Estremo Oriente con la prevalenza della domesticazione dei cereali e nell'America precolombiana che ha conosciuto la consumazione del cane. Anche a Nord è l'urina ad esercitare un ruolo determinante nella domesticazione eccezionale di un erbivoro, o più esattamente di un licheniforo, la renna. È avvenuto un vero e proprio incontro dell'uomo con la renna, o forse è l'inverso, trattandosi di un animale che si autoaddomestica. Così per alcuni etologi è l'uomo ad essere un «parassita della renna». È comunque un incontro che non ha cambiato le abitudini dell'uno e dell'altra. Nella Manciuria Settentrionale, nella lingua degli Orotchoni, «oro» significa renna e «tchon» uomo: dice la simbiosi per cui «il paradiso è giustamente il luogo dove l'uomo e la renna vivono in perfetta armonia» (Ivar Lissner, 1965). È invece difficile dire se l'urina abbia avuto un peso nella domesticazione degli erbivori ruminanti in Occidente; è tuttavia possibile, dato che anche attualmente il sale è utilizzato nella caccia per attirare i ruminanti selvaggi. In Occidente e nel Vicino Oriente è stato invece decisivo per la domesticazione l'uso del latte. Ciò ha rovesciato tutti i rapporti: non è l'animale ad essere attratto dall'escremento dell'uomo, ma è l'uomo che è attratto dall'escremento animale. Si comincia anzi a pensare che in queste società l'uomo ha cercato di farsi adottare dall'animale, sostituendosi al vitello e ali'agnello per bere il latte della vacca e della pecora. A tutti è nota la sacralità dei bovini in India; è meno noto che le caste sono pensate come specie zoologiche separate oppure che presso i Todas, nel sud dell'India, solo i sacerdoti possono bere il latte delle vacche sacre. In questi mondi anche il porco è trattato da erbivoro e 29

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