Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

tato dall'affascinata mosca destinata a farsi irretire26. In effetti Hawthorne-Settimio è la mosca del ragno Hawthorne-Porstoaken, il tessitore della trama verbale in cui è impigliato, e che celebra la propria vittoria, così come avverrà emblematicamente, sia pure in senso negativo nell'orrenda Calavera di Posada, o in modo più simpatico ma non meno inquietante nell' Araignée souriante di Odilon Redon. Le varie componenti dell'immaginario del ragno fin qui esplorate sembrano trovare la loro perfetta sintesi in un celebre racconto di Hans Heinz Ewers, Il ragno (1907). Troviamo qui in particolare l'insetto come immagine di un femminile distruttivo, che attira l'uomo nella propria tela, ma trattandosi di una proiezione maschile, può essere letta come simbolo di un'introversione narcisistica, assorbimento dell'essere dal suo proprio centro, il ragno nella tela, vissuto come l'altro da sé cui si aspira a congiungersi, mediante l'offerta di sé: il proprio suicidio. Lo studente in medicina Richard Bracquemont decide di alloggiare nella camera di un albergo in cui già tre persone si sono impiccate in tre venerdì consecutivi, al fine di scoprirne le cause, e a questo scopo tiene un diario degli eventi, per renderne edotta la polizia. Lo studente ci informa sul suo innamoramento per una fanciulla che sta dietro la tenda della finestra della casa di fronte, e che egli chiama Clarimonde; egli si sente irresistibilmente attratto da quella finestra, ed attende pazientemente che la fanciulla compaia: «Mai l'avevo scorta così nitidamente quantunque fosse già quasi notte. Filava, ma i suoi occhi s'incrociavano coi miei. Provai un inspiegabile sensazione di benessere non disgiunta da una leggera ansietà»27 . Il ruolo di Clarimonde, la fanciulla che tesse la tela, si precisa nell'immaginario de Bracquemont, tramite la descrizione, apparentemente incongrua, poiché costituisce di 181

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