Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

zione, continuò a detestare quell'essere ed a giudicare un male che fosse mai nato, e a desiderarne la distruzione»25 • Il dottor Porstoaken che vive in un universo di ragnatele, appare a sua volta perfettamente integrato in questo mondo, ragno fra i ragni, ma di aspetto diabolicamente inquietante; così appare a Settimio che si è recato da lui per consultarlo: 180 In primo luogo tutto aveva un'aria polverosa e sudicia, prova che nessuna donna era stata ammessa nel santuario e ciò risaltava vieppiù a causa della gran copia di ragni che avevano ordito le loro tele sui muri e sulla volta nella massima confusione benché ogni singolo ragno poi conoscesse individuatamente il filo che aveva estratto dalle sue viscere prodigiose. Ma era strano davvero: avevano teso i loro festoni su ogni oggetto stabile, formando una specie di tappezzeria grigia e cupa che oscillava portentosamente nella brezza e sbatteva pesante e triste, ciascun festone con il suo ragno al centro dell'intreccio. La cosa più mirabile era un ragno sopra la testa del dottore, un ragno, credo, di razza sudamericana, con una circonferenza totale delle zampe grande come una tazza e un corpo al centro grande come un dollaro; dava un brivido di ribrezzo pensare a quel che sarebbe accaduto se un mostro simile fosse stato schiacciato e allo stesso tempo veniva in mente il pericolo di restare avvelenati che si correva a lasciarlo vivere. Il mostro, comunque, stava in mezzo al sartiame tenace della sua tela proprio sopra la testa del medico; e pareva, fra quelle linee complicate, il simbolo d'un prestidigitatore o scaltro politico nel mezzo della complessità d'un suo piano, tanto che Settimio si domandò se non fosse per avventura l'immagine del dottor Porstoaken stesso, il quale, grasso ed enfiato come il ragno, pareva al centro d'un tenebroso maneggio. E poteva darsi che il povero Settimio fosse rappresen-

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