Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

un ragno... Era prima nell'angolo del muro, ma si era permesso di spostarsi dall'angolo al leggio, dal leggio al bambino, fino al braccio mobilissimo in cui teneva l'archetto. Vicinissimo ascoltava, tutto commosso e palpitante6 • L'entusiasmo di Michelet per il ragno è tale da fargli perdonare anche il suo singolare comportamento amoroso, che induce la femmina ad aggredire il maschio, giustificandolo con la scarsità di cibo nei nostri climi: «Il maschio dopo l'amore è piuttosto un nemico. Crudeli effetti della miseria! Si accorge che i figli possono essere un cibo. Ma la madre più grande di lui fa la stessa riflessione, pensa che il mangiatore è mangiabile e a volte divora il marito. Questi fatti atroci non avvengono, ne sono sicuro, nei climi in cui l'agiatezza e una vita ricca non corrompono la loro indole»7 • Se il razionalismo estremo di Michelet depura l'attività sessuale del ragno da ogni connotazione pulsionale (l'aggressività è il risultato della penuria di cibo), il gesuita De Bonniot, invece, disloca il concetto di piacere, che in qualche modo riconosce come proprio del ragno, assunto non casualmente come elemento d'esemplificazione, al1'attività di tessitura della tela: 170 [...] gli psicologi ed i fisiologi concordano nel constatare che l'esercizio regolare di un organo, almeno esterno, è fonte di piacere. Stabilito questo, si capisce benissimo che l'animale provi piacere non già nell'usare i suoi meccanismi accidentalmente, questo non sarebbe un esercizio regolare, ma nell'impiegarli convenientemente nell'esecuzione di attività proprie alla specie. Così il ragno dei giardini che, su un piano verticale, tende dei raggi di seta attorno ad un centro comune e che svolge attorno a questo centro, applicandola ai raggi, una lunga e sottile voluta, portava già nella filiera del suo addome, nei pet-

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