Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

[ ... ] (Ces toiles d'araignées grelottent au haut des grandes croisées.) È comunque l'immagine di una aggressività dispiegata quella che meglio sembra caratterizzare il ruolo del ragno. Essa si traduce ad esempio in una connotazione negativa dei personaggi, sia in chiave morale («Padre Tellier - scrive Saint-Simon - non esitò ad avvolgere nella sua tela il cardinale di Noailles, come il ragno fa con una mosca»), che fisica: «Quando passò vicino a quella specie di ragno dalla faccia umana, levò verso di lui una voce lamentosa...», scrive Hugo in Notre-Dame de Paris riferendosi a un povero storpio, e Gautier nel Roman d'une momie così descrive il comportamento di una vecchia sgradevole: «La vecchia, come se si fosse svegliata di soprassalto nel sentir la voce del padrone, stirò lentamente le sue membra da ragno...». Le citazioni sarebbero innumerevoli, ma quel che importa ritenere è che tranne nei casi in cui il ragno svolge paradossalmente un ruolo rassicurante, evocando il tema delle consuetudini e degli affetti familiari, come in Colette («Lei - la Sido di Colette - avrebbe desiderato la foresta vergine, sebbene limitata alla rondine, ai gatti ed alle api, alla grande epeira ritta sul suo tondo di merletti argentato dalla notte»), è legato, sia come presenza reale o come metafora ad impressioni fortemente negative. Anche il suo maggiore estimatore, Michelet, osservatore intenerito di tutti i comportamenti del ragno, è costretto a riconoscere la sua irrimediabile repulsività, pur motivandola con la straordinaria durezza della sua esistenza: 168 Quasi ovunque il ragno per la sua vita, l'organismo, è destinato ad avere il carattere del cacciatore, del selvaggio, che vivendo di incerta preda, resta invidioso, diffidente, esclusivo e solitario. [...] Ogni giorno, ogni ora, dalla sua sostanza de-

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