idee. La sorprendente immagine che offre è dunque quella di un mondo esterno periferico, incessantemente avvertito e ripensato da una coscienza centrale. Il ragno non si limita a divorare, nel senso letterale, gli insetti che cattura; li assorbe anche in senso figurato. Ottiene questo risultato con un'azione difficilmente comprensibile e che tuttavia, in misura maggiore o minore, è alla portata di tutti gli esseri sensibili, facendo cioè passare all'interno, nel suo spirito, ciò che si trova all'esterno, nella tela. Il ragno è coscienza dell'universo della sua tela. È la tela stessa, non sotto l'aspetto della realtà oggettiva esteriore che essa abbraccia, ma sotto forma di una centralità cosciente, di una realtà soggettiva senza spazio e senza oggetti esterni, ma nella quale, per opera della coscienza, questi oggetti siano raccolti, trasformati e redistribuiti in uno spazio che talvolta sarà assolutamente mentale. [...] «L'anima», dice Montesquieu, «si trova nel nostro corpo come un ragno nella sua tela. Egli non si può muovere senza scuotere alcuni fili che stanno tesi lontano, e, allo stesso modo, non si può scuotere uno di questi fili senza muoverlo.» Analogamente Pope <lira: «The spider's touch, how exquisitely fine!/Feels at each thread, and lives along the line». L'anima, essendo centro, esiste dunque in tutta la tela. Il centro è il momento e il luogo in cui si uniscono i fili. Ma il cerchio sente in tutti i raggi e per conseguenza in tutti i punti della circonferenza. Io sono il centro, il ragno nella sua tela, e sono anche tutta la tela, perché tutta la tela si fa sentire in me nel punto in cui sono. «Il momento presente», dice Turgot, «è un centro in cui sfocia una massa di idee concatenate le une alle altre». Buffon definisce allo stesso modo l'animale: «È un centro a cui tutto si riferisce, un punto in cui si riflette l'intero Universo, un mondo ai minimi termini». Analogamente, dirà Rivarol: «L'io negli animali e nell'uomo consiste 165
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