Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

che distinta di rai rassembra un sole. E mentre al vago e fragile disegno, consumando se stesso, è tutto intento, ecco, improvviso vento, che dibattendo il mobile sostegno, le molli fila infrante, dissipa la bell'opra in uno istante. Ma sulla base di questa immagine di fragilità, la tela ed il ragno al suo centro diverranno in ambito illuminista simbolo della coscienza stessa dell'uomo, la tela diventa l'estroflessione dispiegata dell'interno del ragno, della sua strategia di percezione; la tela scrive il sapere del ragno, ed inscrive al proprio interno la figura dell'autore: 164 Anche la ragnatela, come il sole - continua infatti Georges Poulet -, è munita di raggi. In conseguenza di ciò essa non si limita ad avere (come la goccia o la bolla) una circonferenza, ma ha un centro, e per di più un centro vivo. Grazie a questa sua notevole proprietà, il simbolo del ragno nella sua tela (di origine stoica, secondo quanto dice Calcidio) piace enormemente ai pensatori del diciottesimo secolo, o, almeno, a quanti tra loro non si vogliono accontentare di rinchiudersi in un momento senza durata o di abbandonarsi alla sinuosa molteplicità dell'esistenza. Non c'è indubbiamente nessuno scrittore del secolo che non accetti il principio di Locke, secondo cui il sentimento dell'esistenza si manifesta in un punto di coscienza; e non ce n'è neppure nessuno che non sia convinto che la incessante ripetizione di questo punto in ogni movimento del tempo formi una pluralità sensibile i cui particolari non possono essere enumerati dallo spirito. [...] La ragnatela è formata da un reticolo periferico che capta e si annette un certo numero di oggetti; ma è costituita anche da una centralità animale e intelligente nella quale questi oggetti vengono ad essere trasformati in sensazioni e

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