Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

di Aracne, la ritroviamo nella condizione della sua metamorfosi: «Vivi, infelice, ma sempre sospesa»; l'oscillazione cui è incessantemente sottoposto il ragno nella sua tela assume una valenza erotica che è quella stessa dell'altalena, legata ai riti di fertilità, di rinnovamento, ed alla simbologia dell'attività amatoria. Questa componente è al fondo la ragione stessa della divaricazione contenuta nella sfida, per cui alla funzione rappresentativa svolta da Atena si contrappone una funzione narrativa svolta da Aracne, che è opposizione fra un tessere che è autorappresentativo (immobile, eterno, narcisistico), ed un operare che si vuole discorso, piacere (l'esistere nel divenire). Alla donna che è ragione della sua tela (Atena) si oppone la donna pulsionale, che cattura il reale nelle sue trame, e che potrà essere assimilata al demonio. Se quest'ultima è l'immagine destinata a svolgere un ruolo dominante nella cultura medioevale e fino ai nostri giorni, la tela del ragno acquisterà invece in ambito barocco una nuova valenza, facendosi simbolo della fragilità dell'esistente: «Non mancano i rapporti tra la ragnatela e la goccia di rugiada e la bolla di sapone - scrive Georges Poulet -. Fragile struttura circolare al pari loro, essa esiste per un solo istante e viene distrutta dagli elementi. È un piccolo mondo che, malgrado la sua rotondità e la sua perfezione perimetrica, non ha la perfezione di quello grande. Tuttavia la si può paragonare al sole. In una poesia di Hugo si trova un ragno nella sua tela che viene appunto trasformato da Dio in sole. Il ragno infatti ha, come il sole, un corpo tondo, "ornato di raggi"»1 • E Poulet cita al riguardo un componimento del poeta marinista Tommaso Gaudiosi, La Ragna: Delle viscere sue tesse e compone pargoletto animai tra ramo e ramo ingegnoso ricamo: di fila innumerabili dispone talor sferica mole, 163

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