che appartiene a un Altrove animalesco. Si gode, si scopre la possibilità del totale abbandono a una complessiva economia libidinale, ma allora ci si immerge completamente nel corpo di un ciuchino, un asino che non scriverebbe "memorie" perché la sua più consequenziale destinazione è data dal tendone di un circo. La teratologica "distopia" collodiana rende il Paese di Cuccagna simile all'anticamera di un mondo alla rovescia ancora più tanatologico e punitivo di quello da cui si vorrebbe fuggire. Il serpente è casuale perché il mistero dell'Altrove animalesco deve restare intatto, il ventre del Pescecane è l'universo labirintico in cui si trova il padre, una capretta biblica osserva la partenza del burattino tra i marosi, le api sono industriose ma un cane, che dovrebbe essere fedele, è in combutta con i ladri che derubano il suo padrone e, se andasse sotto processo, incontrerebbe un orango giudice, lo stesso ineffabilmente capace di incarcerare Pinocchio proprio perché è stato derubato. Nelle Avventure si scontrano, ma dialogano anche, molte diverse accezioni dell'animalista nell'immaginario occidentale. Brentano e Hoffmann incontrano Nodier e Basile, i Grimm ammiccano a un Perrault particolare, che è stato proprio tradotto da Collodi. La scomposta articolazione del bestiario collodiano diventa un universo di finzioni a cui attingere per modificare, per riscrivere, per parodizzare: sessanta anni dopo la pubblicazione delle Avventure, Disney proporrà un suo splendido Pinocchio, che non verrà compreso proprio perché si porrà interamente nell'ottica autenticamente collodiana, fatta di contaminazioni, di rifacimenti, di incontri sottratti al progetto, alle finalizzazioni, alle censure. Il Grillo Parlante disneyano, lo splendido grillo che incarna le tipologie sardoniche delle figure dickensiane, mentre alterna predicozzi sulla virtù e il dovere a languide occhiate inequivocabili alle gambe delle ballerine, è semplicemente più "pinocchiesco" dello stesso Grillo delle Avventure, e po148
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