Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

resti, dalle gags più esplosive è appunto "pazza", in modo, peraltro, onnicomprensivo e totalizzante. Il paesaggio si muove mentre i protagonisti stanno fermi, l'ambiente è un non-senso geografico, però non deve nulla alle "meraviglie" di Alice perché, rispetto ad esse, è più insinuante e malizioso. Infatti potrebbe trattarsi anche dell'Arizona, e allora ognuno di noi si vedrebbe attribuita una sua propria Arizona, quasi fuori porta, un po' come le Indie salgariane sulle colline torinesi. Follia, dunque, sempre incombente, sempre disposta a connotare luoghi, cose, comportamenti, linguaggi: ci si trova nello stesso territorio di Esopo, di La Fontaine, della Popper, ma qui la "saggia" favola alludeva a una inquietante (e spassosa) carnevalizzazione, nella cui creazione apparivano insistiti riferimenti al feroce genio hoffmanniano di Wilhelm Busch, e certo proveniva da una voluttuosa aggressione condotta nei confronti dell'animalismo dei libri di lettura. In tutta la vicenda di Krazy Kat, peraltro, non si evidenzia una logica e neppure una contro-logica: forse l'autore che potrebbe essere citato è Raymond Roussel, pur tenendo presente, tuttavia, che l'autore francese provvede sempre a indicare le linee di una ricostruzione possibile dei suoi universi disfatti, mentre Herriman non accetta ordinamenti di nessun tipo e possiede solo il codice liberante che si è costruito con l'infinita sapienza del suo lunatico pennino. Forse Herriman doveva aver sofferto il condizionamento di un bestiario ottocentesco, ricolmo di exempla non propriamente irritanti, ma sentiti come inibenti da uno come lui che non accettava mai di uscire dal suo mondo, con i suoi cactus balzani e i suoi canyon scaturiti dagli effetti di una psicopatologia geologica. Quando Herriman raccontava le non-storie di Krazy, il mondo dei comics viveva avvolto in una aurorale purezza, garantita dalla sua inamovibile subalternità. Senza consigli, senza ammiccamenti che gli derivassero da possibili esegeti, Herriman ritrovava la purezza di una incontenibile ars 144

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