Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

Come è possibile attenersi allora a una distinzione così rigida come quella stabilita da Koyré tra mondo del pressappoco e universo della precisione? Quest'ultimo apparirebbe, emendati l'errore e l'errare dell'intelletto, col cogito e sarebbe essenzialmente costituito dalla spaltung di scienza e fantasma che caratterizzava invece nella sua integrazione il genio del Rinascimento. Gli effetti di questa rottura non consistono solo nella produzione del soggetto vuoto, puramente formalistico dell'epistemologia, ma, come vedremo, riguardano essenzialmente il bambino e l'animale, il piccolo, nella misura in cui il luogo della fobia è revocato e le teorie sessuali infantili sono sostituite dal sapere ginecologico dell'adulto, fondato sulla penetrazione del coito5 • Se nell'oggetto non ritrovo altro che il riflesso della Ragione, così che la soggettività viene a costituire il limite di ogni conoscenza possibile, allora la conseguenza di questa appropriazione conoscitiva è che, come afferma Hegel, «la tensione fra l'universo e l'Io è risolta, perché l'universo è divenuto trasparente all'Io e l'Io è divenuto universale. L'uomo è dunque com.e un dio creatore che si trova tutto intero nella sua opera, é l'opera è la città terrestre. Il sapere che la coscienza ha di sé è il sapere ogni realtà». Un tempo l'uomo era ospite, e dal 'taglio di un albero sgorgava sangue e l'uccisione dell'animale adirava il dio che bisognava placare; dal Rischiaramento, che Kant riserva ai naturaliter maiorennes, «l'uomo, continua ancora Hegel, si aggira nel mondo come in un giardino piantato per lui». Quando «il cielo mette radice sulla terra», nel vuoto dell'Etre Supreme ridotto a ricordo la finitezza del mondo appare nella categoria dell'Utile. Nelle mirabili pagine hegeliane sull'Aufklarung l'Utile è, se così si può dire, il poco di resistenza che l'oggetto offre ancora alla negazione del «Sé universale», «un'apparenza di oggettività» destinata a dissolversi completamente nel regno della «libertà assoluta», identità immediata di soggetto e oggetto che per Hegel si incarna, spiritualmente e storicamen14

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