nistra, ciascuna - come quelle - controllata da un differente emisfero, ma - a differenza di quelle - unita all'organo controlaterale. Due mani, due lingue - ma una sola volontà: noi abbiamo una volontà e due lingue, così come abbiamo una volontà e due mani. Poiché è impossibile concentrarsi contemporaneamente sulle due metà separate, l'educazione tende a privilegiare una e ad escludere l'altra. Per capire l'asimmetria del linguaggio dobbiamo solo comprendere che, come la lingua destra tende a guidare la sinistra, così l'insieme delle associazioni di movimento che costituiscono la capacità di linguaggio sono localizzate nel cervello sinistro, che corrisponde alla lingua destra. La conclusione sembra inevitabile: la volontà è un'entità distinta dal cervello e dalle sue funzioni, che in qualche modo "sceglie" di educare un emisfero a scapito dell'altro. Ma l'eccezionalità dell'uomo non deve essere necessariamente dimostrata con mezzi spiritualistici: l'evoluzionismo lamarckiano può servire egualmente. Se la localizzazione asimmetrica del linguaggio non è conseguenza del fatto che questa facoltà sia innata, ma è parte dell'eredità culturale, allora questa è una prova tangibile degli effetti dell'educazione e della civilizzazione sull'uomo, che pure nasce non più dotato degli altri animali. Così Broca, dalla fine degli anni '60, pur continuando ufficialmente a sostenere la "legge della simmetria" di Bichat, inizia a fare affermazioni sorprendenti del tipo: «l'asimmetria delle circonvoluzioni cerebrali rappresenta ai miei occhi una caratteristica di superiorità»; «la mancanza di simmetria costituisce indiscutibilmente uno dei tratti principali del cervello umano»; «è questo che ci distingue più nettamente dagli animali». Naturalmente, la capacità di progredire non è uguale per tutti: alcune races sono capaci di evolvere ai massimi livelli della civiltà, altre resistono ostinatamente ai più pazienti sforzi fatti per educarle. Come progressista Bro133
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