Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

comportavano come un "insieme di parti"- come avrebbe voluto la frenologia - ma come unità che cooperano nell'esercizio delle funzioni. Flourens non si curò molto di un particolare dell'insegnamento di Gall: che ognuna delle facoltà cerebrali esisteva in forma doppia e simmetrica - essendo ogni paio localizzato nelle corrispondenti regioni dei due emisferi - cosicché alla fin fine ciascuna metà del cervello poteva servire come un "organo della mente" completo ed indipendente. La "ragione naturale" di questa doppiezza sembrava ovvia: come quando viene distrutto un occhio, noi continuiamo a vedere con l'altro, alla stessa maniera allorché un emisfero cerebrale diviene incapace di esercitare le sue funzioni, l'altro emisfero deve poter continuare ad operare. La questione della simmetria era però controversa: l'anatomista francese Vicq d'Azur, nel 1805, scriveva che mentre nelle scimmie, così come in tutti i quadrupedi in generale, le circonvoluzioni cerebrali sono poche, simmetriche e simili, nell'uomo non si presentano né simmetriche né simili. Ed anche l'ipotesi della sostituzione veniva contestata dai critici della frenologia, ma senza un adeguato sostegno empirico: come notava l'inglese Combe, nel 1824, da un attento studio della letteratura sull'argomento non emergeva un solo esempio in cui la distruzione di due organi cerebrali simmetrici fosse accompagnata dalla permanenza della corrispondente funzione. L'idea originale di Gall era stata che la simmetria dei due emisferi cerebrali non implicava il fatto che essi funzionassero in sincronia: ma l'ipotesi non conquistò molti seguaci, perché sembrava ovvio che- così come vediamo e sentiamo coi due occhi e le due orecchie contemporaneamente - alla stessa maniera le due metà del cervello lavorassero in tandem. Questa convinzione si fondava anche su di un principio, formulato dal medico francese Xavier Bichat (1771-1802) - il fondatore dell'anatomo-patologia tissutale esaltato dalla Nascita della clinica di Fou127

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