Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

ni, compresi gli anelli intermedi, sia per gli uomini che per le donne. Agli estremi dell'interdetta, sono ammesse alcune trasgressioni quando la coppia si ostina a restare unita, purché faccia ngosa d jare. Uccidere la parentela è il senso letterale dell'espressione mkako. Uccidere tagliando (pènsima d jare) significa uccidere separando il sangue e separare il sangue significa produrre i molti dall'uno, introdurre la differenza a partire dall'identità. Se la teoria locale dell'eredità afferma la spartizione dello stesso sangue tra consanguinei fino al sesto grado, il sangue maschile è più forte e garantisce alla discendenza la permanenza dell'esogamia patriclanica. Inversamente, a ogni generazione, vi è una dispersione della scorta di sangue della linea femminile: alla quarta generazione, un individuo ha perso ogni traccia del sangue della sua antenata e sua cugina di ottavo grado diviene sposabile. Le regole matrimoniali proprie dei sistemi di parentela omaha trovano la loro giustificazione in questa teoria locale che si basa sull'opposizione tra le nozioni di identità e differenza (Héritier, 1981 e Héritier-Augé, 1984, pp. 36-37; Copet-Rougier, 1986). I Mkako spiegano che l'aggiunta del medesimo al medesimo è nefasta e la mescolanza di sangue identico provoca la morte; la vita viene dalla mescolanza di sangue diverso. Il sacrificio del cane mira dunque a trasformare sangue parzialmente simile in sangue radicalmente differente, a trasformare il consanguineo in non consanguineo, a far regredire il tempo genealogico per permettere uno scambio che non avrebbe potuto aver luogo. Il cane rappresenta, l'abbiamo visto, il sangue della parentela tra un fratello e una sorella, lo stesso sangue che hanno (in proporzioni diverse) i loro discendenti. Bisognerà dunque ucciderlo per permettere a quest'ultimi di sposarsi. Il consumo del cane, lungi dall'essere un atto di autocannibalismo (mangiare il proprio sangue) è al contrario un atto di eso-cannibalismo: si mangia sangue diventato differente (Copet-Rougier, 1986). 116

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==