Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

ratifica la scomparsa troppo precoce del «prodotto» di un obbligo culturale, il dono di una sorella. I funerali di uno zio materno evocano una reciprocità e richiamano questo simbolismo. Alla morte di un uomo, i · suoi nipoti uterini spuntano aggressivamente «come guerrieri» nel suo quartiere cianico; cercano di uccidere il piccolo bestiame dei fratelli più vicini del defunto, ma sono soprattutto i loro cani che sono presi di mira. Il timore di tale misfatto è tanto reale che ad ogni lutto gli zii materni rinchiudono i cani scrupolosamente. Tuttavia, se malgrado queste precauzioni, un cane viene ucciso, non sarà mangiato (almeno ritualmente). Non si tratta dunque di un sacrificio, ma di un comportamento rituale che rinvia ai funerali del nipote, sotto una forma attenuata poiché l'ordine naturale delle cose è rispettato (lo zio muore prima del nipote). Nondimeno, cercare di uccidere il cane dello zio materno, significa sanzionare la separazione del legame avuncolare uccidendo la figura che lo rappresenta. Il cane non simbolizza solo questo legame particolare: può estendersi a tutta la parentela. Così, quando ci si accorge che una coppia o dei fidanzati si trovano in un certo grado di parentela (al di là della sesta), bisogna tagliare ritualmente i legami di sangue perché l'unione non si dissolva (o divenga possibile). Questo rito si chiama ngosa d jare nell'ovest del paese mkako e pénsima d jare nell'est, cioè, rispettivamente, «uccidere la parentela» o «tagliare la parentela» (d jare designa la parentela cognatica). Per farlo, le due famiglie si riuniscono e sgozzano un cane che gli uomini delle due parti consumeranno. All'est inoltre strappano i canini del cane e i due interessati li dovranno portare alla cintura tutta la vita, come contrassegni della differenza così instaurata. Gli interdetti matrimoniali (che rientrano nel campo del tipo omaha) sono molto stretti. Oltre ai quattro patriclan sono proibiti tutti i discendenti di un fratello e di una sorella per tre generazio115

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