quando abbia raggiunto la maturità sociale verso i trentacinque anni. Coloro che trasgrediscono queste proibizioni, non sono né insozzati né impuri, perché gli animali non sono né disgustosi né sacri; sono in pericolo perché il loro sangue è stato messo in contatto con quello dell'animale proibito. Ugualmente, se il cacciatore non compie il rituale simbo, lo stesso che doveva praticare un tempo il guerriero quando aveva ucciso un nemico, la malattia (chiamata anche simbo) lo colpirà. Procedere al rituale simbo indebolisce il sangue della selvaggina uccisa, pericoloso perché troppo potente, forse troppo vicino, troppo simile, entrato in un rapporto concreto e nefasto con quello del cacciatore. Al contrario del cacciatore, il cane, benché classificato tra gli animali crudeli e oggetto di divieti alimentari, è collocato dal lato della società nei racconti e può penetrare nel regno della savana uccidendo impunemente degli animali. Le relazioni con gli animali crudeli e con la savana in generale sono al tempo stesso misteriose e pericolose; ragion per cui sapersi destreggiare nella savana è necessario e passa attraverso l'iniziazione. Relegati nella foresta per parecchi mesi, i neofiti diventano uomini, guerriericacciatori, grazie a una messa in scena in cui interviene un animale mostruoso che vuole ucciderli e di cui diventano per un momento la selvaggina braccata. Nel corso dell'iniziazione, i simboli femminili, quali l'acqua, il grasso e il vischioso sono evitati e la carne è arrostita invece di essere come al solito bollita. La divinità invocata, so, il cui nome è tenuto nascosto ai non-iniziati, è incarnata da un grande iniziato, sakumbo, «il possessore della foresta»3. Sakumbo rappresenta quest'animale mostruoso che i neofiti non vedono mai e che li terrorizza ruggendo con una voce spaventosa perché deformata grazie a un corno. Il mostruoso appare qui come l'intermediario necessario tra i neofiti dalla «natura innocente» e la divinità 110
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