Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

Il ricettario a cui ho accennato rischia di non averemolti seguaci al di fuori delle popolazioni che le usano. Per contro altre ricette sulla base delle nostre paure e dei nostri raccapricci vengono eseguite, a spese dell'insetto, nella cucina romanzesca o cinematografica: la mosca si usa allegramente come mostro di fantascienza, così come le blatte (Creepshow) o le formiche giganti. Ritroviamo qui il mondo fantasmatico delle «fiere», ultimo rifugio per gli esuli di una certa concezione dell'uomo e dell'animale. Quanto alla presenza dell'insetto nei miti o nei testi letterari e filosofici, essa indica il fascino esercitato da ciò che ha preceduto l'umano, lo supera in resistenza, l'eguaglia in organizzazione e conseguentemente rende relativo il suo status di specie centrale e onnipotente (vedi Siganos). DISTANZA Le riflessioni ora abbozzate aprono l'interrogativo se abbiamo perduto o meno il senso della «giusta distanza» da tenere nei riguardi delle specie animali, distanza che ci permetterebbe di stabilire con loro una comunicazione non mutilata dal sentimentalismo o dalla crudeltà e susciterebbe parallelamente un'intensa creazione simbolica. Avvicinandoci troppo a certe specie, sfruttandone altre in modo scandaloso ed eliminando dalle nostre bolle igieniche le meno assimilabili, non avremo pericolosamente seminato il disagio nel mondo e nelle nostre teste? Nate dalla stessa logica, le pratiche (apparentemente) più generose si congiungerebbero paradossalmente con gli atteggiamenti più duri formando un unico sistema. Riconsiderare i nostri rapporti con gli animali potrebbe richiedere in questo senso un attento esame delle ragioni e dei modi per farne, localmente piuttosto che globalmente, degli intimi, dei commestibili, dei selvaggi e degli altri. Mare-Olivier Gonseth 98

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==