Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

biolino nel racconto di Hoffman ripreso da Freud, un vertice che ha riscontro nell'arco della sessualità umana. Ma qualcosa è cambiato. Leggiamo la paginetta che non è stata pubblicata, che non è stata mantenuta nel Portrait, e che dice così (potete trovarla in nota all'Ulisse, Telemachia della «Biblioteca Mondadori»): «Dato che ha versato il suo sangue per tutti gli uomini, non hanno bisogno di altre aspersioni». Dato che il figlio ne è morto il padre può anche trattenersi da altre aspersioni. Ma il figlio è anche il padre, è lui stesso che asperge, ed è tra questi due poli alti, i due culmini della sessualità, la vicinanza al fondamento psicotico nel primo apparire della sessualità nel bambino, la prossimità alla sua origine, l'orrore dei semi sparsi, e il secondo, quando l'adolescente si trova di fronte al secondo orrore, quello di ripetere in proprio la stessa aspersione, è tra questi due poli, dicevo, che si gioca con l'aiuto della latenza la possibilità di elab9rare, ammorbidire, plasmare la materia stessa del godimento paterno. I sarcasmi di Doherty attraversavano il torpore della mente di Stephen: «ed egli pensò senza allegrezza al volto del suo amico, equino e pallido, e ai suoi capelli sbiaditi, screziati color quercia - notate queste gradazioni coloristiche -. Egli aveva cercato di accogliere con freddezza i ricordi del turbolento umorismo del suo amico, sentendo che la volgarità del suo linguaggio non era blasfemia dello spirito ma maschera della sua vigliaccheria. Alla fine però, l'orda di immagini bestiali travolse la sua riserva e gli devastò la memoria attraversandola seguita dalla risata di lui» (Ulisse: Telemachia, Milano, Mondadori, 1983, pp. 123-124). Vedete, Joyce ha abolito il passo, è troppo esagerato, non è credibile che un amico che scherza, che dice barzellette, battute un po' grassocce, sia ricondotto a questo bruciare della mente, «l'orda di immagini bestiali travolse la sua riserva e gli devastò la memoria». Il motteggio 49

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