Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

Hans», 53, primavera 1987). Di Virginia Pinzi Ghisi, La forma logica del luogo della fobia. Preliminare a una comprensione della schizofrenia («Il piccolo Hans», 53, primavera 1987); sempre di Virginia Pinzi Ghisi, Funzione dei residui in psicoanalisi - molto importante questo per il lavoro che faremo -; Il sapere protesi del corpo («Aut Aut», 177-178, maggio-agosto 1980); Didascalie per una clinica psicoanalitica. Chiarimenti sulla nozione di protesi («Il piccolo Hans», SO, aprile-giugno 1986). Potranno essere utili anche il lavoro mio su Darwin che feci nell'85 («Il piccolo Hans», 46), Una teoria audace: Darwin e l'Origine della psicoanalisi e Dal viaggio di uno psicoanalista intorno a Darwin. Dicevamo allora una «materia sporca»: è una materia sporca con cui Freud ha avuto a che fare e che è penetrata anche nella clinica. Abbiamo visto nel volume nono, è molto difficile riconoscere in un volume di Boringhieri un materiale così scottante, così inquinante, proprio perché - quello che dicevamo per la scienza vale anche per questo - quando ci sono le opere complete, quando ci sono queste belle scatole tutte uguali, nere, con una bella composizione formale, eccetera, quando poi dentro c'è il pensiero di un uomo che non per niente ha ricevuto il premio Goethe, riesce difficile ritrovare questa materia sporca. E però se si legge - come abbiamo cercato di fare noi - Freud, si possono riconoscere le novità con cui Freud si è trovato a che fare: inganno, crudeltà, nevrosi di guerra, buffoneria - vi ricordate?- fame, il caso della nevrosi demoniaca, fenomeni inquietanti, che hanno potuto far pensare alla dimensione del demoniaco, fenomeni che hanno portato Jung, per esempio, a preferire al determinismo della natura e del linguaggio la «libertà» del simbolo e dell'occulto, ma non Freud, che ha saputo dominarli, contenerli, che ha saputo rispondere a dei fenomeni nuovi, legati soprattutto alla guerra, anche fornendo degli stru29

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