protagonista è un oste). Qui si fa riferimento ad un fatto storico: nel 1172 Enrico II, conquistatore anglo-normanno, sottomise Dublino alla città inglese di Bristol; alla terza sua apparizione la donna si stabilisce by the ward of his mansion home (22.20-21), dove ward è «sala da guardia», e mansion home è una variante più addomesticata della designazione ufficiale della residenza del Sindaco di Dublino, «the Mansion House» (la cui porta è sormontata dallo stemma con sotto, in bella vista, il motto). L'azione che la donna compie è un'azione di sfida, di disprezzo; è tesa ad attirare a sé, addosso a sé, l'antagonista maschile; l'azione tre volte ripetuta è di scala ascendente passando per il positivo, il comparativo, il superlativo, così: and made her wit forenist the dour (21.16) / and she made her witter before the wicked (22.4-5) I and she made her wittest in front of the arkway of trihump (22.28). «Battuta di spirito» eventualmente, wit sta anche per wet; si bagna difatti, piscia e, con l'atto stesso, si ostenta. Questo tema della minzione, onnipresente in Finnegans Wake, darà altrove una nuova dimensione alla famosa battaglia inglese di Waterloo: water e Zoo essendo doppiamente «WC», due volte latrina. Al culmine, si prende allegramente di mira lo stemma, le tre porte che segnano l'ingresso: quel arkway of trihump solo a prima vista potrebbe farsi passare per il trionfale monumento parigino (the Arch of Triumph in inglese); in realtà, si tratta di tre gobbe (humps) da cammello, di three shuttoned castles (22.3334). Per mettere a fuoco il vocabolo scatologico voluto da Joyce basta un piccolo spostamento di fonema. L'adescato, Jarl van Hoother, è descritto come dour e wicked. È dour, cioè «severo»; ma rassomiglia nel carattere alla sua stessa porta, alla door che chiude in faccia alla donna; è wicked, cioè «cattivissimo», ma il suo atteggiamento si identifica pure con il wicket, il cancello-portello che contrappone a lei. L'avversaria-strega lancia un'altra sfida al suo non in196
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