Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

ralizzata, il cui esito sarà a setdown secularphoenish (4.17); la Fenice rinascerà dalle sue ceneri. Il modello base di questo tipo di operazione è ilpun: due sensi vengono a combaciare in un contesto appositamente creato; si tratta di una sola parola che (nella descrizione di Alessandro Pope) si comporta «come la lingua della taccola che dice due volte tanto, per il fatto di essere biforcuta»5 • La speciale comicità di Finnegans Wake, il suo irreprensibile ottimismo, nasce non da un magma linguisticamente informe, dal nonsense o, peggio, da un'altisonante assenza di senso; viene prodotto invece proprio da un eccesso di senso. Non è un caso che, dall'inizio alla fine di un testo di 625 pagine, le sue strutture grammaticali e sintagmatiche non vengono mai messe in crisi: sono sempre chiarissime, mai problematiche, appunto perché è una pluralità di sensi che devono veicolare. Anche ad una prima lettura (soprattutto ad una prima lettura, bisogna dire), tali elementi risultano facilmente banalizzabili, riducibili a ciò che nella maggior parte dei casi era quasi certamente il loro punto di partenza, la formulazione prima che l'autore, in seguito, avrebbe sottoposto ad una successione di tappe elaborative6 • Analogamente, la lingua soggiacente - solo a volte perfidamente rimossa! -è l'inglese, per forza: e risulta quasi sempre dominante; l'impiego di altre lingue (che per i non addetti dà forse fin troppo negli occhi) è una tecnica le cui finalità sono ovvie: Joyce mescola le carte in modo molto sapiente, ma gioca sempre (più o meno) a carte scoperte: è facile per il lettore impadronirsi delle regole del gioco; il problema è di seguirlo in ogni sua mossa. La parola squarciata e ricomposta, invasata dal parassitismo di tanti sensi diversi ma concomitanti, è difatti multisfaccettata; a chi si sforza di decifrarla, presenta prima una facciata, poi un'altra. Ogni rilettura di ogni pagina è capace di svelarci una sequela di nuove sorprese; nessuna lettura, nelle intenzioni dell'autore, sarà mai esauriente. Ma ogni elemento, 191

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