Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

rebbe l'immunità dalla sifilide. (O'U<j>LÀ.Lç = amore da porci?). Ermete è il dio dei punti di riferimento: per es. è, soprattutto per un viaggiatore come Ulisse, il punto in cui le strade parallele si fondono e quelle opposte pure. Egli è un accidente della Provvidenza. In questo caso la pianta si può dire che ha molte foglie: indifferenza dovuta alla masturbazione, pessimismo congenito, un senso del ridicolo, improvvisa insofferenza verso qualche particolare esperienza». 10 Due dei 3 critici qui discussi hanno già pubblicato dei libri: S. · Lee, A Life ofW. Shakespeare (London, Smith, Elder & Co., 1898); G. Brandes, W. Shakespeare: A Criticai Study, trad. da W. Archer, M. Morison e D. White (London, Heinemann, 1898), 2 volumi. Gli articoli di F. Harris, sulla Saturday Review, formano la base per un ulteriore libro, The Man Shakespeare and His Tragic Life Story, London, Palmer, 1909. W.M. Schutte,Joyce and Shakespeare; a Study in the Meaning of Ulysses, New Haven, Yale University Press, 1957, fornisce un resoconto dettagliato sulle relazioni tra questo capitolo e le fonti. Sebbene da questo resoconto emerga il fatto che Brandes è la,fonte principale, Schutte non gli attribuisce grande importanza. E degno di nota c�e il libro di Brandes sia l'unico dei tre ad essere incluso nella biblioteca triestina di Joyce. Cfr. R. Ellmann, The Consciousness ofJoyce, London, Faber & Faber, 1977,.p. 103. Brandes fu anche citato da Joyce nelle conferenze di Trieste del 1912-13 su Shakespeare, di cui resta solo una recensione in una rivista; ibid., p. 51. 11 Per i rapporti di. Joyce con Archer si veda R. Ellmann, J.Joyce, New York, Oxford University Press, 1959, pp. 76-7. 12 Brandes, op. cit., vol. II, p. 26. Occorre notare che le metafore della luce e del buio pervadono il commento di Brandes a Shakespeare e che quelle stesse metafore pervadono il discorso di Stephen. Traduciamo da Brandes: «A Shakespeare non costò nessuno sforzo trasformarsi in Amleto. Al contrario, dando espressione alla vita spirituale di Amleto, egli fu in grado di esprimere quasi naturalmente tutto ciò che, negli anni recenti, aveva riempito il suo cuore e si era agitato nella sua mente. Egli poté lasciar bere alla sua creazione il sangue del suo più segreto cuore; poté trasmettergli il fremito delle sue emozioni. Dietro la sua creazione poteva nascondere la sua stessa malinconia; in quella lingua poteva riporre il suo genio; poteva indurre quegli occhi a risplendere ed illuminarsi con lampi del suo stesso genio». 13 «Ma la scriverà? chiese Mr Best. Dovrebbe farne un dialogo, sa, come i dialoghi platonici che scriveva Wilde» (p. 293). 14 «Il mondo crede che Shakespeare abbia fatto un errore, disse, e se ne sia cavato fuori al più presto e come meglio poté». «Balle! disse Stephen villanamente. Un uomo di genio non fa errori. I suoi sono errori voluti e sono portali di scoperta» (p. 260). 15 «Portali di scoperta si aprono per lasciar passare il biblioteca183

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