Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

NOTE Nel febbraio 1977, ho preparato una lezione su «Lettura e scrittura nell'Ulisse», nell'ambito di un ciclo di lezioni su Joyce. Parte di quella lezione è stata inclusa nel capitolo V del mio libroJames Joyce and theRevolution of the Word (London, Macmillan, 1979). In questo saggio viene sviluppata l'analisi dettagliata del rapporto tra Jo t ce e Shakespeare che non ha trovato spazio nel libro. Cfr. Colin Mac Cabe, J. Joyce and the Revolution of the Word, London, Macmillan, 1979, pp. 52-65. # 2 Tutte le citazioni dall'Ulisse, che nel testo vengono mantenute in inglese, sono riportate in nota in traduzione italiana, per la quale si farà riferimento alla edizione Mondadori, collana economica classici (ID ediz. 1982), traduzione di Giulio De Angelis. Ulisse, «Solo la sacra pinta può sciogliere la lingua di Dedalus», (p. 24). 3 «Tu sei figlio di tuo padre. Riconosco la voce» (p. 60). 4 «Pu�! disse B. Mulligan. Ci siamo svezzati da Wilde e dai paradossi. E semplicissimo. Dimostra con l'algebra che il nipote di Amleto è il nonno di Shakespeare e che "lui stesso" è il fantasma di suo padre. Cosa? disse Haines, abbozzando un cenno verso Stephen. Lui stesso? B. Mulligan si buttò l'asciugamano attorno al collo a mo' di stola e, piegandosi in un'aperta risata, disse all'orecchio di Stephen: Oh, ombra di Kinch il vecchio! Giafet in cerca di un padre!» (p. 25). 5 Per un resoconto dei rapporti tra le relazioni anaforiche, esoforiche e cataforiche in un testo, si veda: M.A.K. Halliday and Ruqaiya Hasan, Cohesion in English, London, Longman, 1976, pp. 1419. 6 La citazione è riportata da W. Thornton, inAllusions in Ulysses, Chapel Hill, The Univ. of North Carolina Press, 1968, pp. 22-3. «... e se vedessi un naso di qualsiasi uomo che assomigliasse al mio, immediatamente mi meraviglierei e mi chiederei se quella persona possa essere mio padre. Questo continuo soffermarsi su quell'argomento alla fine divenne per me una specie di monomania, cosicché un centinaio di volte al giorno andavo mormorando a me stesso: "Chi è mio padre?" E le campane stesse, quando scampanavano, sembravano, come nel caso di Whittington, rintoccare quella domanda». 7 «Sono qui per leggere le segnature di tutte le cose», (p. 51); «Un urlo per la strada» (p. 47). 8 «Che, tra l'altro, è un pezzo orribile. Diventa sempre più incontrollato e complicato, ma suppongo che alla fine si farà». 9 Moli è una nocciolina da sgranocchiare. La mia ultima novità è questa. Moli è il dono di Ermete, il dio dei rituali pubblici, ed è la sua influenza invisibile (preghiera, destino, agilità, presenza di spirito, capacità di recupero) che salva in caso di pericolo. Questo da182

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