Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

dal desiderio. La trasformazione della parola in carne, del suono in identità, è realizzata dall'indovino quando interpreta l'indovinello lasciato dalla famiglia di Posthumus: The piece of tender air, thy virtuous daughter, which we call mollis aer; and mollis aer we term it mulier: which mulier l divine Is this most constant wife. (Act V, Scene V, 11. 447-50)38 • Le continue richieste a parlare che percorrono l'opera, e che altro non producono se non desiderio e violenza, sono alla fine esaudite quando Iachimo e Belarius possono raccontare tutto. La minaccia implicita nel discorso, così violentemente profferita da Imogene a Pisanio: Talle thy tongue weary, speak: I have heard I am a strumpet, and mine ear, Therein false struck, can take no greater wound, Nor tent, to bottom that. But speak. (Act III, Scene IV, 11. 114-17)39 è dissipata nel momento in cui, proprio in un passaggio completamente dominato dalla riflessione sulle norme del discorso, Cymbeline così supplica Iachimo: «sforzati, uomo, e parla» (V, V, 152). Sono l'abilità di Iachimo nel raccontare metà della storia e la fiducia di Belarius nella sua capacità di modulare un "discorso pericoloso" (1. 313) con cui narrare l'altra metà che producono una situazione in cui differenza sessuale e rivolta politica (identificate con il corpo morto della regina che giace fuori del palcoscenico) risultano egualmente prive di importanza. Il re diventa così madre e padre, dominatore e suddito: 174 O, what am I? A mother to the birth of three? Ne'er mother Rejoic'd deliverance more... (11.369-71)

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