Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

to di affermare la sua centralità, Stephen si identifica con l'escluso Shakespeare, come il padre della sua stessa razza. Il fallimento di tutti gli altri padri sarà riscattato dall'identificazione con la razza: «he was and felt himself the father of all his race, the father of his own grandfather, the father of his unborn grandson» (U:208)16 • È qui che il concetto di razza viene a pietrificare Stephen dentro a quella identità finale che Mulligan aveva previsto nel suo commento alla teoria di Stephen. Ma nel tentativo di diventare uno Shakespeare irlandese (U:198), di creare una figura irlandese da opporre al "Saxon Shakespeare's Hamlet" (U:185)17 , Stephen si scontra con il problema della lingua. Il libro di Hyde, che Haines non a caso sceglie come esempio della cultura irlandese, nega la lingua stessa nella quale è scritto: Bound thee forth, my booklet, quick To greet the callous public. Writ, I ween, 'twas not my wish In lean unlovely English. (U:186)18 Il sogno del gaelico come unica lingua in cui un irlandese può esprimersi intralcia la rivendicazione di Stephen di diventare la voce letteraria dell'Irlanda. E questo problema di forma va di pari passo con il problema della razza in nome della quale egli spera di parlare. L'affermazione di Russell che i contadini sono gli unici depositari della verità (U:186-7) minaccia Stephen, uomo di città, come già appare nelle parole che chiudono il Dedalus: John Alphonsus Mulrennan has just returned from the west of Ireland. (European and Asiatic papers please copy.) He told us he met old man there in a mountain cabin. Old man had red eyes and short pipe. Old man spoke Irish. Mulrennan spoke Irish. Then old man and Mulrennan spoke English. Mulrennan spoke to him about universe 167

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