Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

cioè riferito a qualche elemento precedentemente citato nel testo, sia esoforicamente, cioè riferito all'extra-testo5 • La scrittura ha bisogno dell'anafora poiché la situazione del testo scritto è troppo instabile per procedere solo sul riferimento esoforico. Ma questo segmento scritto di discorso esita, come Haines, a fornire un'identificazione immediata. È poco chiaro, infatti, dalle parole di Mulligan, se «he himself» debba essere interpretato come riferito a Shakespeare, ad Amleto, al rispettivo nonno o nipote dell'uno o dell'altro, oppure al soggetto originale della frase, quello «he» che il contesto identifica in modo evidente con Stephen. Ma questa confusione linguistica è anche di Stephen, dato che egli, stabilendo un'identità sia per Shakespeare che per Amleto, ne crea una anche per se stesso, ponendosi all'interno di una tradizione letteraria fornitagli da quel padre che egli così disperatamente sta cercando. Ma proprio questa ricerca è la paralisi dalla quale egli crede di fuggire. Mulligan allude al romanzo di Frederick Marryatlaphet in Search ofa Father (1835), che è la storia di un trovatello alla ricerca di suo padre: ...and if I saw a nose upon any man's face, at all resembling my own, I immediately would wonder and surmise whether that person could be my father. This constant dwelling upon the subject at last created a species of monomania, and a hundred times a day I would mutter to myself «Who is my father?». Indeed the very bells, when they rung a peal, seemed, as in the case ofWhittington, to chime the question6 • Questa stessa monomania («This constant dwelling upon») si impadronisce di Stephen sulla spiaggia, ove egli diventa ossessivo centro di interpretazione del suo mondo. Egli è perseguitato dal sogno ermetico di una interpretazione totale: «Signatures of all things I am here to read» (U:42); ma è da questo incubo del significato as161

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