Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

che si possano ipotizzare derivazioni da «code» o da «èod» (che, come si è visto, è uno degli epiteti insistentemente attribuiti a Bloom). 25 Weldon Thomton (Allusions in «Ulysses». An Annotated List, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1961) dice di non aver trovato una fonte biblica diretta per questo brano. 26 Essendo una aggiunta ad una aggiunta, «sort of» è probabilmente variante che si colloca ad un secondo livello di rilettura. 27 La convinzione deriva da un equivoco. In «Lotus Eaters», Bloom incontra Bentam Lyons che gli chiede di poter controllare nel suo giornale i nomi dei cavalli che correranno quel giorno. Bloom, porgendo il giornale a Lyons, gli dice che può tenerlo perché era sul punto di buttarlo via. Lyons equivoca su ciò che Bloom gli dice («I was going to throw it away») e ritiene che gli abbia suggerito il nome del cavallo Throwaway, effettivamente nella lista, e su cui starebbe per puntare (Ulysses 5.526-541). Throwaway è il cavallo sconosciuto («dark borse») che vincerà la corsa. 28 Al fol. 2, l'io narrante riferisce di aver raccontato a Joe Hynes che il debitore (Moses Herzog) dal quale sta cercando di riscuotere il debito che questi non intende pagare, minaccia di denunciare il creditore (Geraghty) «for trading without a licence». 29 Le trascrizioni esistenti dei documenti di composizione di «Cyclops» precedenti a RMs (del quale non esistono trascrizioni) sono per molti versi insoddisfacenti: in genere, l'atteggiamento è quello di «ricostruire» o «normalizzare» il testo ad esempio inserendo, talvolta arbitrariamente, le varianti a margine o variando l'ordine dei nuclei sulla base di successivi sviluppi (vedi Myron Schwartzmann, The V.A.8 Copybook: an Early Draft of the Cyclops section of Ulysses, «James Joyce Quarterly», 12, 1974-75, pp. 64122; nonché Phillip Herring, Joyce's Notes and Early Drafts far «Ulysses». Selection {rom theBuffalo Collection, Charlottesville, The University of Virginia Press, 1977). Vi sono ora progetti di trascrizioni su basi diverse: un primo, realizzato al computer da M. Hainsworth e J.-L. Lebrave, che si presenta come ricostruzione cronologica delle operazioni genetiche; e una trascrizione diplomatica, anch'essa realizzata al computer, che tenta una riproduzione «spaziale» della pagina trattandola come immagine (Pugliatti e le collaboratrici di cui alla n. 8). 158

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