Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

Detto questo, non ho difficoltà ad ammettere che il sistema di parametri incrociati da me suggerito, e la stessa scelta e definizione delle categorie fondamentali proposta in 1.3, non sono suggeriti come definitivi. 10 Nell'avantesto di «Cyclops» l'amplificazione dell'elenco è presente soprattutto al livello di revisione di dattiloscritto e di bozze. 11 Il calcolo e la distribuzione delle varianti di «Cyclops» al livello di RMs condottomanualmente, e dunque da considerarsi indicativo, dà i seguenti risultati Sostituzioni: 82 Aggiunte: 70 Amplificazioni: 18 Dislocazioni: 5 Soppressioni: 3 Contrazioni: 1 Totale 179 12 A. Grésillon propone la distinzione fra varianti immediate e non immediate (o «di scrittura» e «di rilettura»): il secondo tipo illustrerebbe la relazione locutore-lettore (il locutore del Jesto, cioè, nell'atto della rilettura vestirebbe i panni del lettore; art. cit., pp. 325-6; vedi anche Grésillon-Lebrave, art. cit., p. 171). Propone inoltre una distinzione fra varianti legate e non legate, cioè richieste o no da una costrizione sintattica o semantica dovuta alla riformulazione del cotesto (ibià'). Mentre non vi sono in genere problemi nell'individuazione di varianti legate o non legate, molti ne sussistono per quanto riguarda la distinzione fra varianti immediate e non immediate. Tuttavia, fatta salva la problematicità di ogni decisione, una ricognizione del livello RMs di «Cyclops» rivela che pressoché tutte le varianti sono non-legate (come si è detto, Joyce si sforzò di non turbare i contorni linguistici in cui le modifiche si inserivano), e che pressoché tutte furono apportate in una o più fasi di rilettura. 13 Sul problema della trasmissione del testo fino alla stampa e della divisione di responsabilità (dunque, di autorità) fra l'autore e l'istituzione che presiede alla trasmissione dell'opera, ha interessanti osservazioni J.McGann (A critique ofModem Textual Criticism, Chicago, University of Chicago Press, 1983). 14 A Grésillon, art. cit., p. 323. 15 Tanto è vero che, nell'articolo di Grésillon e Lebrave (cit.), la produttività della prospettiva enunciazionale viene messa alla prova su un testo assai particolare, e cioè i brouillons di Lutezia di Heine, una serie di articoli scritti fra il 1840 e il 1843 per la «Augsburger Allgemeine Gazette». Si tratta di un testo ad inscrizione enunciazionale forte, nel quale - anche se il soggetto dell'enunciazione rimane anonimo - le tematiche di attualità e i commenti sono formulati da un «io» esplicito. Non è detto, insomma, che i medesimi criteri di analisi possano essere ugualmente produttivi per 156

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