Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

Grésillon et Michael Wemer, Paris, Minard, 1985, p.VI). 8 Un tentativo di descrizione dei movimenti nella prima fase di elaborazione del testo è in P. Pugliatti et al., Materials for «Cyclops»: A GeneticApproach, in corso di pubblicazione negli Atti dell'XI Intemational James Joyce Symposium svoltosi a Venezia dal 12 al 18 giugno 1988. Nell'elaborazione di questo primo passo verso la descrizione genetica di «Cyclops» la parte più cospicua del lavoro è stata svolta da un gruppo di mie studentesse dell'Università di Pisa che su questo tema hanno discusso recentemente la loro tesi di laurea. Si tratta di Cristina Brancoli, Laura Fabbri, Elisabetta Innocenti, Rita Romanelli e Antonella Santerini; nonché di Sibilla Mischi, una giovane laureata dell'Università di Firenze. 9 Almuth Grésillon è del parere che «toute variante de manuscrit, qu'il s'agisse du remplacement d'une unité par une autre, d'un ajout, d'une suppression ou d'un déplacement, est exprimable en termes de substitution». (Débrouiller la langue des brouillons. Pour une linguistique de la production, in Leçons d'écriture, cit, p. 325). In un articolo che lo stesso Grésillon scrive in collaborazione con Jean-Louis Lebrave, il concetto che tutti i tipi di varianti siano riconducibili alla sostituzione per mezzo della introduzione di «zero» (0) è così esemplificato: - soppressione = A-+ 0 - aggiunta = 0 --+ A - sostituzione = A--+ A' - dislocazione = ABCDE --+ BCDAE (Les manuscrits comme lieu de conflits discursifs, in AA.W., La genèse du texte: Les modèles linguistiques, Paris, Editions du CNRS, 1987, p. 136). Pur apprezzando il fatto che la riduzione proposta dai due autori presenta vantaggi nel senso della semplificazione delle operazioni (forse soprattutto nella prospettiva di una lettura informatica delle varianti), ritengo che l'operazione si paghi in termini di flessibilità. Per fare solo due casi, la schematizzazione proposta sopra per la «dislocazione» prevede semplicemente uno spostamento di nuclei, mentre spesso i nuclei (anche ammesso che si possa delimitarli nettamente) possono essere variati ovvero aumentati o diminuiti di una o più unità, imponendo così l'incrocio di più categorie. Ma ciò che lascia più perplessi è la capacità che un sistema ridotto ad una sola operazione può offrire in vista di una descrizione accurata di tipi di varianti. Ad esempio, vi sono interessanti studi della «sostituzione» nella prospettiva della parafrasi (Catherine Fuchs, Eléments pour une approche énonciative de la paraphrase dans les brouillons de manuscrits, in La genèse du texte, cit., pp. 73-102), che trovano con ogni evidenza applicazione solo nei casi di vera e propria sostituzione (le altre operazioni, infatti, non presentano fenomeni parafrastici). Sembra, dunque, che la semplificazione iniziale debba in ogni caso essere seguita da una segmentazione di tipi di operazioni in una fase analitica, anche semplicemente statistica. 155

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