Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

In ogni modo, si è voluta presentare al lettore l'immagine di un testo - e di un avantesto - come matrice di possibilità pressoché illimitate di testualizzazione (e la conquista della instabilità del testo non proporrà anche all'indagine una visione molteplice di possibili ipotesi e prospettive?); e si è voluta far balenare l'occasione, che lo studio dei manoscritti rende possibile, di ripercorrere e ricostruire criticamente i processi mentali e le scelte materìali che governano la tensione di una scrittura. E se è vero che quest'opera di ricostruzione è ancora lontana e che è dunque lontana la possibilità di comprendere la logica interna di una scrittura così ardita e ardua come quella che Joyce sperimenta in Ulysses, è pur vero che non è in alcun modo estraneo agli obiettivi della ricerca il dichiararsi non-finita, o addirittura il proporre l'errore come passo necessario al prodursi della conoscenza. Paola Pugliatti 15�

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