Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

della scrittura, almeno in termini di effetto di nitidezza visiva. Questa stesura, insomma, doveva apparire ciò che intendeva essere, e cioè una «bella copia». Solo le correzioni collocate nel margine sinistro (una cinquantina per «Cyclops») turbano la singolare regolarità della pagina (singolare- perché in tutte le pagine del manoscritto la serittura forma una colonna che si restringe verso il basso: dai 5-6 cm. di marginatura sinistra della prima riga agli 8-9 dell'ultima); quelle in interlinea e quelle apportate currente calamo, invece, tendono a mascherarsi, a non apparire troppo vistose. La lunga aggiunta che appare nel verso del fol. 27 viene successivamente integrata nel fol. 29. Si tratta, con ogni evidenza, di una variante di rilettura, dunque non immediata, e intervenuta in un momento in cui la sequenza dei fogli, se non completa, era almeno avanzata oltre il fol. 28. Per evitare l'irregolarità del foglio aggiunto fuori numerazione, Joyce ricopia infatti l'intero fol. 29, con grafia sensibilmente più minuta, così da poter fare rientrare l'aggiunta senza rifare la numerazione12. Il testo presenta, dunque, varianti microlivellari, avendo già alle spalle il complesso assestamento dei grandi movimenti narrativi che dalle «notes» portano alla prima stesura continua. Insomma, dal monologo in parte cifrato dei precedenti stadi della fase compositiva, si passa ad una fase «dialogica» in cui l'autore si rivolge ad altri, che dovranno intervenire e decifrare, e in cui egli è dunque consapevole di aver ormai licenziato l'opera, di essersene separato per affidarla ad istituzioni non del tutto controllabili 13• 127

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