Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

hanno già un qualche riscontrò nella pratica degli studi su Ulysses. È vero, infatti, che la discussione aperta dall'edizione critica verte ora, nelle sue linee più significative, sullo studio dei materiali di composizione e di trasmissione, con una attenzione al dossier genetico mai prima d'ora registrata. E se nelle prime battute del dibattito questo ritorno era determinato dal bisogno di controllare le scelte operate nel testo critico, sembra che ora stia acquistando autonomia rispetto al movente iniziale, e configuran� dosi felicemente come lavoro filologico tout court, pur nella varietà delle prospettive intraprese. 1.1. Lo studio del dossier genetico Which preferably? J. Joyce, Ulysses 17.1956 Le pagine che seguono vogliono essere, appunto, un contributo allo studio dei documenti di composizione di Ulysses come apporto alla descrizione della dinamica che governa le varie fasi della stesura del testo. La prospettiva, assai vicina a quella teorizzata dalla critica genetica, ma che trae spunti anche dalla critica delle varianti, considera il testo come l'ultimo stadio, reciso dal movimento della scrittura, di un processo le cui tappe successive sono da considerarsi a pieno titolo testualizzazioni piuttosto che «approssimazioni» imperfette ad una definitiva, perfetta realizzazione5 • La nozione di «instabilità», dunque, entra a far parte del bagaglio concettuale del critico non tanto come idea-guida al lavoro propriamente filologico (ricostruttivo di uno stadio «finale», quanto si voglia ideale), quanto come presupposto non eludibile allo studio di documenti che attestano il percorso di una scrittura. Da una parte, dunque, ognuna delle stratificazioni attestate dai documenti di composi119

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