Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

mi di decodifica e interpretazione. Allo stesso modo che è «d'hors», questo testo non è di un «prima» cui risalire, ma di un «avanti», vale a dire di una produzione continuamente in marcia, futura. L'illeggibile libera sempre una certa quantità di leggibile. «Une partie du texte laisse des traces, une partie du texte s'emporte à l'illisible, une partie du sujet se couche, une partie du sujet prend le large»22 • Pertanto, si prova disagio a parlare di sostituzione di schemi. Meglio ipotizzare che al tradizionale principio della «parola portmanteau», che inzeppa significati - principio analitico/economico, rispettivamente dalla parte dell'autore e da quella del lettore- subentri il principio dinamico del «litorale»: linea d'incertezza, costituzione reciproca di confine fluttuante: qualcosa avanza a far da margine, e insieme si ritira davanti a un'invasione che lo limita. Litorale e letterale si annodano in virtù della lettera, e del suo modo di funzionare. Per questo diventa esemplare di FW e del lavoro di Joyce, la sequenza presa a partito in questa nota: dove appunto si tratta di un pezzo di foglio scritto, di una lettera riportata alla luce e per dir così riattivata nella sua entità verbale, o forse meglio: nella sua volontà di testo, che non è la volontà di Anna Livia Plurabelle (ciò si adombra, credo, nelle due deformazioni di «schwrites» = writes [scrive] e di «schwants» = wants [vuole] 113). (La caduta della maiuscola favorisce l'interscambio fra «lettera» come grafo significante e «lettera» come messaggio postale. Non a caso mi sono sforzato finora di mettere in rilievo l'importanza capitale che riveste in FW il sistema delle comunicazioni, della circolazione, dell'arrivo e della perdita di un messaggio.) 112

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