Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

magnetica dice Adaline Glasheen nel Second census of «Finnegans Wake»; e i segni dell'avvento di tale ombrello sonoro, di tale eso/endofonia da altoparlante, che secondo Levin è «il mezzo di espressione tipico» di FW13 , non solo si dichiarano, per scelte lessicali, nel Book II («tolvtubular high fidelity daildialler» «equipped with supershielded umbrellas antennas for distance...» «with a vitaltone speaker...», 309), ma significativamente nelle prime pagine dell'episodio della lettera, culminando nella definizione di «radiooscillating epiepistle» (l'orecchio di Fionn Earwicker come «trademark of a broadcaster with wicker local jargon», 108). «Radioscillating epiepistle» («cui dobbiamo incessantemente ritornare») fa convergere in un sintagma fonia e scrittura: la trama delle voci proietta nello spazio i giri della lettera. La deformazione grafica in Joyce è la deformazione da interferenza di fasci d'onde sonore. Prendo un esempio a caso, in 495: «O'Neill saw Queen Molly pants». Come una brava macchina traduttrice, FW legge, a voce alta «Honni s6it qui mal y pense» e trascrive «O'Neill vide le mutande della regina Molly». Ciò che è avvenuto potremmo definirlo come la ricomposizione del sistema della lettera per effetto di una omologia di strati sonori. Il valore di superficie proprio della voce e del grafo, non contrasta con l'altro valore, valore di solido, assegnato al brano della lettera ritrovata - anzi, di solido a quattro dimensioni. La semplice lettura di queste pagine di FW fa scoprire che la superficie joyciana non riveste il solido come una buccia ma vi si infila, lo attraversa, porta il suo dentro nel fuori, insomma produce qualcosa di simile al rovesciamento di un guanto14 • È, si potrebbe dire, una superficie con le qualità del nastro di Moebius, capace di toccare il punto più interno senza smettere mai di essere superficie. Così per Joyce, e in particolare per la nostra sequenza, la «lettura della let106

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